domenica 5 aprile 2020

STEP #07 Una poesia di "Immaginare"

L'azione dell'immaginare è alla base della scrittura di ogni testo poetico che si voglia considerare, tuttavia scrivere di questa azione in poesia non è affatto banale.

Possiamo trovarne un esempio nel Canto III, "Ad Angelo Mai": Leopardi sfrutta la scoperta dell'America per mostrare al destinatario del Canto, ed ai lettori in generale, come questa abbia privato l'uomo della possibilità di immaginare l'ignoto e gli abbia dunque arrecato grande dolore non permettendogli più di trovare conforto dalla realtà nell'immaginazione. Scrive infatti:


"[...] Ma tua vita era allor con gli astri e il mare,
ligure ardita prole,
quand’oltre alle Colonne, ed oltre ai liti,
cui strider l’onde all’attuffar del sole
parve udir su la sera, agl’infiniti
flutti commesso, ritrovasti il raggio
del sol caduto, e il giorno
che nasce allor ch’ai nostri è giunto al fondo;
e, rotto di natura ogni contrasto,
ignota immensa terra al tuo viaggio
fu gloria, e del ritorno
ai rischi. Ahi, ahi! ma conosciuto il mondo
non cresce, anzi si scema, e assai piú vasto
l’etra sonante e l’alma terra e il mare
al fanciullin, che non al saggio, appare.

     Nostri sogni leggiadri ove son giti
dell’ignoto ricetto
d’ignoti abitatori, o del diurno
degli astri albergo, e del rimoto letto
della giovane Aurora, e del notturno
occulto sonno del maggior pianeta?
Ecco svaniro a un punto,
e figurato è il mondo in breve carta;
ecco, tutto è simile, e, discoprendo,
solo il nulla s’accresce. A noi ti vieta
il vero, appena è giunto,
o caro immaginar; da te s’apparta
nostra mente in eterno; allo stupendo
poter tuo primo ne sottraggon gli anni;
e il conforto perí de’ nostri affanni.[...]"

Nessun commento:

Posta un commento